Lorenza Colicigno, componente la Segreteria del Cidi di Potenza, ha sintetizzato l'intervento di Maria Teresa Serafini...buona lettura!!!!
Corretto? Errato? Dipende! In
queste tre espressioni il senso dell'intervento di Maria Teresa Serafini tenuto
venerdì 4 maggio a Potenza, nel Liceo scientifico Statale “Galileo Galilei”, in
collaborazione con il CIDI di Potenza, Presidente Daniela de Scisciolo. Dopo la
presentazione della Dirigente scolastica Camilla Schiavo, Maria Teresa
Serafini, coerente con il titolo del suo intervento ”Gli errori dei testi scritti”, ha parlato
della lingua italiana scritta o parlata, aulica, letteraria, standard, neo-standard
o gergale, passando per tutte le forme di testi e per i vari contesti in cui
essa funge da strumento espressivo e comunicativo. Se l'educazione o la
diseducazione linguistica di un giovane passa attraverso diversi canali, la
famiglia, la televisione, la strada, e così via, la scuola resta il luogo
istituzionale della verifica del
percorso linguistico variamente compiuto, una scuola che sia in grado di
riconoscere i “codici” del tempo “contemporaneo” e, a partire da quelli
abitualmente usati dagli studenti, li conduca alla competenza linguistica. Due
gli elementi più interessati del metodo Serafini, che si possono sintetizzare
nel “cosa” correggere e “come” correggere. Ed è appunto sul “cosa” che occorre
intendersi, occorre cioè fare i conti con quel “dipende” che, anche a giudizio
dell'Accademia della Crusca, rende opinabile l'uso di un sintagma piuttosto che
un altro.
“ Ci sono alcuni “errori” su cui
non si può transigere, - ha affermato Serafini - non si può usare “gli”
riferito a un soggetto femminile (ad esempio è “errato” dire e scrivere: Ho
incontrato tua madre e GLI ho detto del tuo problema), ce ne sono altri, come
l'uso di “lui”, “lei” e “loro” per “egli”, “ella” ed “essi” (ad esempio: LUI mi
parlò di te), ormai consolidati dall'uso e non più riconosciuti come errori.”
Non transige Maria Teresa
Serafini quando si tratta dell'uso corretto del congiuntivo, in particolare in
dipendenza da un verbo di opinione (ad esempio è errato dire e scrivere: Credo
che SEI un bravo ragazzo), troppo spesso, infatti, il congiuntivo viene
sostituito dall'indicativo sotto la spinta del parlato; ma anche in questo
caso, va precisato che occorre tener conto di quel “dipende”, che fa di ogni
correzione un vero e proprio percorso di ricerca. Un testo narrativo, infatti,
può prevedere, in una situazione che lo richieda, il ricorso all'uso del
parlato e, quindi, tollerare un indicativo di troppo, ma certo un saggio non
può prevedere altro livello linguistico che quello colto, pertanto l'uso del
congiuntivo in questo caso è da considerarsi perentorio.
Otto gli ambiti della revisione
di un testo scritto: ortografia, punteggiatura, morfologia e sintassi,
organizzazione della frase, organizzazione del testo e paragrafi, lessico,
contenuti, impaginazione, convenzioni testuali. Elemento significativo del
metodo proposto da Serafini, il ricorso a prototipi di errori e a esempi
semplici per individuare errori ricorrenti, caratterizzarli e dare ad essi un
nome, in modo che diventino riferimento in ogni situazione analoga. La “didattica
per concetti” di Elio Damiano, che invita a scomporre il processo di
apprendimento in successioni di tappe, ”controllabili” e verificabili, che
possono favorire forme di autoconsapevolezza per lo studente, è una delle basi
dell'esperienza e delle riflessioni di Serafini; ne consegue il consiglio di
non lavorare su troppe cose, ma di affrontare la revisione del testo per
categorie, per singoli errori, a partire da un prototipo, come si è detto, e,
comunque, avendo sempre coinvolto lo studente nella definizione dello standard
di correzione. Indagato il testo scritto in tutte le sue possibili criticità
“compositive”, punteggiatura, simmetria, lessico, morfologia e sintassi,
Serafini ha stimolato i docenti presenti all'incontro a confrontare il metodo proposto
con la loro concreta esperienza di “correttori”, vivacizzando la sua relazione
con momenti di dialogo.
Tre le tipologie di correzione segnalate da Maria
Teresa Serafini: quella “rilevativa”, che è caratterizzata dalla sottolineatura
dell'errore con un tratto di matita, magari ondulato, senza indicarne il tipo,
quella “risolutiva”, che si manifesta con la completa riscrittura della parte
di testo errata da parte del docente, quella “classificatoria”, che indica il
tipo di errore, lasciando poi allo studente la soluzione. E' questa tipologia
di correzione quella che Serafini ha proposto ieri a Potenza a un numeroso e
attento uditorio di docenti di scuole diverse, che si sono confrontati con la
relatrice e tra loro su un aspetto particolarmente rilevante del loro lavoro,
quello, appunto, della revisione del testo, momento fondamentale del percorso
verso l'acquisizione della competenza nella redazione di testi scritti. Altra
interessante proposta di Maria Teresa Serafini è stata quella relativa al
lavoro di revisione in piccoli gruppi, che porta i ragazzi alla risoluzione
dell'errore, attraverso una rilettura condivisa del testo. Aspetto importante
della correzione è legato alle dinamiche psicologiche dell'adolescente, che
prima di essere “corretto” va “lodato” per quanto di positivo è riuscito a
esprimere. La correzione, dunque, non come arida e noiosa attività didattica,
bensì come occasione di confronto tra pari, con la guida del docente, sul
contesto sociale di appartenenza, sull'ambiente familiare, sul più ampio
scenario del mondo, insomma, attraverso l'abitudine allo spirito critico e al
dialogo.