sabato 5 maggio 2012

"Corretto? Errato? Dipende!" - Incontro con l'autore 4/5/2012


Lorenza Colicigno, componente la Segreteria del Cidi di Potenza, ha sintetizzato l'intervento di Maria Teresa Serafini...buona lettura!!!!

Corretto? Errato? Dipende! In queste tre espressioni il senso dell'intervento di Maria Teresa Serafini tenuto venerdì 4 maggio a Potenza, nel Liceo scientifico Statale “Galileo Galilei”, in collaborazione con il CIDI di Potenza, Presidente Daniela de Scisciolo. Dopo la presentazione della Dirigente scolastica Camilla Schiavo, Maria Teresa Serafini, coerente con il titolo del suo intervento  ”Gli errori dei testi scritti”, ha parlato della lingua italiana scritta o parlata, aulica, letteraria, standard, neo-standard o gergale, passando per tutte le forme di testi e per i vari contesti in cui essa funge da strumento espressivo e comunicativo. Se l'educazione o la diseducazione linguistica di un giovane passa attraverso diversi canali, la famiglia, la televisione, la strada, e così via, la scuola resta il luogo istituzionale  della verifica del percorso linguistico variamente compiuto, una scuola che sia in grado di riconoscere i “codici” del tempo “contemporaneo” e, a partire da quelli abitualmente usati dagli studenti, li conduca alla competenza linguistica. Due gli elementi più interessati del metodo Serafini, che si possono sintetizzare nel “cosa” correggere e “come” correggere. Ed è appunto sul “cosa” che occorre intendersi, occorre cioè fare i conti con quel “dipende” che, anche a giudizio dell'Accademia della Crusca, rende opinabile l'uso di un sintagma piuttosto che un altro.
“ Ci sono alcuni “errori” su cui non si può transigere, - ha affermato Serafini - non si può usare “gli” riferito a un soggetto femminile (ad esempio è “errato” dire e scrivere: Ho incontrato tua madre e GLI ho detto del tuo problema), ce ne sono altri, come l'uso di “lui”, “lei” e “loro” per “egli”, “ella” ed “essi” (ad esempio: LUI mi parlò di te), ormai consolidati dall'uso e non più riconosciuti come errori.”
Non transige Maria Teresa Serafini quando si tratta dell'uso corretto del congiuntivo, in particolare in dipendenza da un verbo di opinione (ad esempio è errato dire e scrivere: Credo che SEI un bravo ragazzo), troppo spesso, infatti, il congiuntivo viene sostituito dall'indicativo sotto la spinta del parlato; ma anche in questo caso, va precisato che occorre tener conto di quel “dipende”, che fa di ogni correzione un vero e proprio percorso di ricerca. Un testo narrativo, infatti, può prevedere, in una situazione che lo richieda, il ricorso all'uso del parlato e, quindi, tollerare un indicativo di troppo, ma certo un saggio non può prevedere altro livello linguistico che quello colto, pertanto l'uso del congiuntivo in questo caso è da considerarsi perentorio.
Otto gli ambiti della revisione di un testo scritto: ortografia, punteggiatura, morfologia e sintassi, organizzazione della frase, organizzazione del testo e paragrafi, lessico, contenuti, impaginazione, convenzioni testuali. Elemento significativo del metodo proposto da Serafini, il ricorso a prototipi di errori e a esempi semplici per individuare errori ricorrenti, caratterizzarli e dare ad essi un nome, in modo che diventino riferimento in ogni situazione analoga. La “didattica per concetti” di Elio Damiano, che invita a scomporre il processo di apprendimento in successioni di tappe, ”controllabili” e verificabili, che possono favorire forme di autoconsapevolezza per lo studente, è una delle basi dell'esperienza e delle riflessioni di Serafini; ne consegue il consiglio di non lavorare su troppe cose, ma di affrontare la revisione del testo per categorie, per singoli errori, a partire da un prototipo, come si è detto, e, comunque, avendo sempre coinvolto lo studente nella definizione dello standard di correzione. Indagato il testo scritto in tutte le sue possibili criticità “compositive”, punteggiatura, simmetria, lessico, morfologia e sintassi, Serafini ha stimolato i docenti presenti all'incontro a confrontare il metodo proposto con la loro concreta esperienza di “correttori”, vivacizzando la sua relazione con momenti di dialogo. 
Tre le tipologie di correzione segnalate da Maria Teresa Serafini: quella “rilevativa”, che è caratterizzata dalla sottolineatura dell'errore con un tratto di matita, magari ondulato, senza indicarne il tipo, quella “risolutiva”, che si manifesta con la completa riscrittura della parte di testo errata da parte del docente, quella “classificatoria”, che indica il tipo di errore, lasciando poi allo studente la soluzione. E' questa tipologia di correzione quella che Serafini ha proposto ieri a Potenza a un numeroso e attento uditorio di docenti di scuole diverse, che si sono confrontati con la relatrice e tra loro su un aspetto particolarmente rilevante del loro lavoro, quello, appunto, della revisione del testo, momento fondamentale del percorso verso l'acquisizione della competenza nella redazione di testi scritti. Altra interessante proposta di Maria Teresa Serafini è stata quella relativa al lavoro di revisione in piccoli gruppi, che porta i ragazzi alla risoluzione dell'errore, attraverso una rilettura condivisa del testo. Aspetto importante della correzione è legato alle dinamiche psicologiche dell'adolescente, che prima di essere “corretto” va “lodato” per quanto di positivo è riuscito a esprimere. La correzione, dunque, non come arida e noiosa attività didattica, bensì come occasione di confronto tra pari, con la guida del docente, sul contesto sociale di appartenenza, sull'ambiente familiare, sul più ampio scenario del mondo, insomma, attraverso l'abitudine allo spirito critico e al dialogo.